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Prima pubblicazione in lingua italiana di tutte le 33 Lettere del vescovo Raterio (887c-974) giunte a noi in lingua latina, non sempre di facile comprensione. Emerge la forte personalità dell'autore, monaco colto, pastore tenace, desideroso di radicali riforme nella Chiesa, probabilmente troppo rigido nell'esigere dal clero obbedienza incondizionata ai precetti biblici, evangelici o ai decreti di concili e sinodi, in un contesto in cui erano radicate la convivenza dei sacerdoti con donne, la loro scarsa preparazione teologica, la simonia ed altre attività poco compatibili con l'esercizio sacerdotale. Coinvolto in ripetuti contrasti, il vescovo Raterio venne allontanato tre volte dalla sede di Verona e anche da quella di Liegi. La lunga vita di quest'uomo di Chiesa, scrittore fra i più fecondi del drammatico secolo X, si intreccia anche con le vicende politiche del tempo, dove toccava anche al clero fornire soldati a chi assumeva il potere a turno, alimentando fazioni regionali e frustrando il sogno riemergente di una renovatio Imperii.